Domandosa è la protagonista della fiaba. Si chiede dove sono i suoi genitori e perchè l'hanno lasciata in istituto. Quelle stesse domande se le pongono anche i suoi compagni, piccoli e strani extraterrestri che vivono in una navicella persa nello spazio.

Il 4 novembre 2017, in collaborazione con l'Antony School, L'Insieme Famiglia ha organizzato un evento per la presentazione del libro, incontrando Paolina Romano.

L'autrice, figlia adottiva, ha conosciuto l'Insieme Famiglia tramite la rivista ADOPNATION e, cercando un "posto" dove potessero essere accolte le sue esigenze, ha pian piano cominciato ad instaurare un legame con le famiglie dell'associazione, trovando spesso risposte a domande mai fatte (DOMAND OSA, osa domandare, come ci ha rivelato la stessa autrice).

Introduce l’evento la Dr.ssa Vania Giambelluca, direttrice didattica della scuola materna Antony School, ponendo l’attenzione sull’importanza della narrazione e della fabulazione. Le fiabe sono fondamentali nello sviluppo emotivo e cognitivo del bambino. La Dr.ssa Giambelluca ha manifestato la sua sensibilità verso le tematiche riguardanti tutte le peculiarità dei bambini, che vanno tenute in considerazione per creare un armonico sviluppo ed una crescita serena. È questa sensibilità che l'ha portata a volere fortemente questa collaborazione con l’Associazione ed a offrire la sua disponibilità per il futuro.

Interviene, per ultimo, il Dr. Francesco Vitrano, neuropsichiatra dell’età evolutiva, che analizza dal punto di vista della psicologia e della neuropsichiatria, l'enorme potere della narrazione come strumento per significare vissuti ed emozioni.

Chiude l'evento Paolina Romano con la lettura di Domandosa, emozionandosi ed emozionando il pubblico, composto, oltre che da genitori adottivi ed affidatari, anche da qualche "figlio" in età tale da vivere e rivivere le esperienze di mancanza e di attesa che la marziana DOMANDOSA racconta.

La protagonista della fiaba ci racconta la forza della narrazione e l'autrice che ci rivela, alla fine, quanto il suo bisogno di narrare sia stato più forte della sua timidezza e della sua insicurezza. Scrivere diventa quindi un percorso di cura, un modo di capire e perdonare e di trovare un proprio posto nel mondo.